Lui & Lei
In fondo voleva aiutarla.

15.11.2013 |
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"Si aspettava di trovarsi davanti video o chat o al massimo qualche sito di annunci, nel frattempo lei entrò nella sua casella di posta meil, e quindi lui un..."
Sono qui a scrivere il mio primo racconto, dopo essere stato solleticato da un bell'annuncio su questo sito.È una storia inventata anche se c'è una nota biografica in qualche punto, la prima parte non ha nulla di realmente esplicito, ma la situazione si scalderà esponenzialmente.
A guardarla così nessuno avrebbe mai sospettato della forza prorompente del suo focoso desiderio.
Quello che la faceva impazzire era sentirsi desiderata, si sentiva viva e presente mentre abbandonata agli ordini di un padrone autoritario e sapiente svolgeva le sue remore, dietro la rassicurante sicurezza di un gioco controllato, dove lei diveniva il centro del suo padrone.
Era presa da un gioco controllato, riceveva apprezzamenti di centinaia di uomini che, ogni volta la ponevano al centro delle loro fantasie e delle loro masturbazioni, non c'era cosa più bella di ricevere foto o video di quei cazzi che schizzavano per lei e per lei soltanto.
Si spingeva oltre, a volte, davanti allo schermo rileggeva quelle meil al computer sulla scrivania del suo ufficio, sfiornadosi appena e sognando di essere bagnata dalla crema di quei cazzi tutti per lei.
Proprio uno di quei giorni, un collega, già catturato dalla sensualità felina della donna, ne seguì i movimenti non visto e indovinando la sua attività segreta in ufficio, iniziò a fantasticare sulle pratiche che questa svolgeva in silenzio, spesso trattenendo il respiro.
Di giorno in giorno, la donna sfidava se stessa e la sorte approfondendo quelle intime esplorazioni, ed ogni giorno non visto il collega cominciò a studiare il modo di entrare in contatto con la bella troia.
Egli iniziò ad informarsi sulle reti aziendali, i loro computer infatti erano collegati alla stessa rete e quindi pensò bene che in qualche modo i due potessero entrare in contatto attraverso la rete, o che quantomeno sarebbe riuscito a scoprire quali fossero le ispirazioni che la donna traeva dal computer.
Finalmente dopo molte ricerche in internet trovò il modo di controllare il computer della collega, l'unica cosa da fare era accedere al server di rete, procuratosi un piccolo programmino di hacking, riuscì nell'intento e così dalla sua postazione riceveva l'immagine del desktop della collega senza che essa potesse saperlo.
Appena il programma terminò la connessione egli ne avvio uno di registrazione video per raccogliere materiale da usare contro la bella collega.
Si aspettava di trovarsi davanti video o chat o al massimo qualche sito di annunci, nel frattempo lei entrò nella sua casella di posta meil, e quindi lui un pò seccato si distrasse dal piccolo schermo, fino a che si accorse che la donna sfogliava una serie di meil piene di video o foto di cazzi che sborravano sulle sue foto.
Sconvolto creò una nuova meil con il nome gojinsama e subito mandò un messaggio.
"Che troia che sei, se non vuoi che tutto il mondo lo sappia tieniti pronta a eseguire tutti i miei ordini troia."
E allegò il video del desktop della ragazza che aveva fatto.
Osservò la reazione di lei, che con la faccia gelata si alzò e iniziando a piangere si diresse verso i bagni.
Lui aspettò che la ragazza scomparisse nel corridoi e poi la seguì.
Rimase nascosto dietro un angolo, appena dietro la porta d'accesso ai bagni e nella direzione opposta a quella degli uffici, c'erano ancora tre ore prima della fine della giornata, e prima o poi per quanto sconvolta potesse essere sarebbe certamente uscita.
Finalmente uscì, non sembrava turbata anzi, aveva il viso pieno di colore, e gli sembrava che si trascinasse sulle gambe, molli.
Che si fosse masturbata?
Le picchiettò sulla spalla e lei facendo un balzo, crollò dai tacchi finendo in un tonfo a terra.
"Hei" le disse allungandogli una mano, per aiutarla a tirarsi su, in quella posizione scomposta, apprezzò le belle sue gambe nude.
"hai i nervi a fior di pelle? Qualcosa non và?"
E la tirò sù dosando al massimo la forza in modo che le finisse tra le braccia, la strinse premendogli il pene turgido su una coscia e profondamente si perse nel profumo dei suoi capelli.
Lei induggiò nell'abbraccio, poi subito se ne liberò riacquistato l'equilibrio, le girava leggermente la testa, era ancora ipersensibile.
Aveva appena avuto uno degli orgasmi più forti della sua vita, si era ritirata in bagno piangendo, si era seduta sul water, dopo aver letto quella meil e visto la registrazione si era sentita, in un primo momento persa, ma poi ritirata nella solitudine della ritirata, aveva realizzato che il fatto di sapersi alla mercè di qualcuno, la faceva eccitare enormemente.
Chiusa in quel bagno fantasticò su cosa sarebbe potuto essere di lei se in cambio del silenzio, quel bastardo ficcanaso, avrebbe chiesto in risarcimento denaro, o peggio qualche prestazione sessuale, ed è stato proprio allora che sentì la sua micina reaggire, bagnarsi e quasi meccanicamente iniziò una intensa masturbazione, immagginava che quell'uomo senza volto le chiedesse di fare le peggio cose, addirittura che la cedesse a destra e manca in cambio del suo silenzio.
Si riferiva, nelle sue fantasia a lui con il titolo di padrone, e immagginando di essere scopata furiosamente approfondiva fino a farsi male la masturbazione, fino a che esplose in un orgasmo travolgente che la portò, per la prima volta a squirtare.
Sconvolta dal liquido che le bagnò la coscia destra, provò soddisfazione nel sentirsi più troia del solito, e leccandosi le dita si specchiò per ricomporsi.
Ormai la paura aveva lasciato il posto ad una rinnovata curiosità, ed è proprio con l'idea rivolta a quel misterioso messaggio che lasciò il bagno.
Era a questo dovuto il suo sussulto, e quando stretta contro quel lungo cazzo che si appoggiava sul suo interno coscia sentì la sua fica ricominciare a bagnarsi.
"Ehm...no...nulla" disse biascigando, risistemandosi la gonna, che risalita scompostamente in seguito alla caduta lasciava quasi intravedere il suo intimo, ormai fracido di eccitazione.
"Ero solo soprappensiero" quasi urlò inacidendo lo sguardo, anche se dentro di se avrebbe piacevolmente assaggiato quel cazzo eccitato.
"andavo alle macchinette, vuoi qualcosa?" gli disse l'uomo, allargandosi in un bell sorriso, mentre velocemente e senza dare peso al gesto si aggiustò il pacco.
"No, torno a lavoro" disse lei, dopo aver seguito il gesto dell'uomo, immaginando la forma che quel grosso membro aveva assunto, si dovette trattenere come al solito da leccarsi le labbra, come faceva ogni volta in cam con lo sconosciuto di turno.
Girò le spalle e si allontanò regalando all'uomo la visione della sua elegante cavalcata flessuosa.
Lui aveva sempre apprezzato le curve della collega ed ora finalmente avrebbe potuto sbandarci felicemente, ora avrebbe dovuto sferrare il colpo decisivo.
Tornato dalle macchinette incrociò lo sguardo della donna, che continuava a fantasticare sul volto di colui che teneva in pugno il suo destino.
Aprì la casella di posta creata apposta per l'occorrenza e vi trovò un messaggio della troia.
"Ti prego farò tutto quello che vuoi."
Letto il messaggio così rispose.
"Allora non hai capito proprio nulla, piccola puttanella, ho visto quanto sei troia, mentre ti tocchi in ufficio mentre leggi le dediche di quei porci che soddisfano la tua voglia di attenzioni.
Ma ho deciso di fornirti direttamente ben altro materiale, per sfogare il tuo bisogno di cazzo.
Ti darò tanto di quella nerchia che ne avrai abbastanza, quando, come e con chi vorrò io tu sarai una ubbidiente cagnetta, e ti addestrerò a contenerti, perchè nonotante mi piacciono le luride cagne come te mi diguta apere che non rieci neppure a lavorare senza martoriarti la fica.
Ti consiglio di non riferirti più a me con il tu, io sarò il tuo padrone, fino a che non ti riterrò educata a dovere, solo allora, potrai tornare libera.
Ricorda sempre che mai potrai disubbidirmi o tutto l'ufficio saprà dei tuoi sporchi vizzi, se chiedo di investigare sai che tutte le attività, comprese quelle in internet possono essere risalite e comprovate, così perderai la stima che ti sei guadagnata qui e rimarrai senza lavoro.
Domani troverai una busta sulla tua scrivania, prendila e aprila in bagno, e mi raccomando non masturbarti e non scopare fino a domani, io ti controllerò da lontano."
Inviò la meil, e da lontano osservò la reazione della sua vittima, che finita la meil si alzò e con una faccia tra il preoccupato si alzò e si diresse verso di lui.
-Cazzo pensò l'uomo, non è possibile già ha capito tutto? Bhè poco male, vorrà dire che inizierò subito a divertirmi-
"Giovanni, vorresti venire a cena da me stasera?"
Gli disse tenendo gli occhi bassi.
"Devo parlarti di un problema, ma non qui in ufficio"
E si guardò ancora una volta intorno.
"Certo"
"Grazzie"
"Ma cos'hai?" le chiese preoccupato.
"non qui ti prego"
disse trattenendo visibilmente le lacrime.
La giornata lavorativa terminò e Giovanni si avvicinò alla scrivania della donna, che aveva uno sguardo assente.
"Andiamo?" le disse, indicando con un gesto ampio e teatrale la direzione delle ascensori, e offrendo il braccio come sostegno, facendo una faccia buffa, cercando senza avere successo, di strapparle un sorriso.
Lei senza dire nulla si strinse a quel braccio aggrappandosi con tutta se stessa.
Nell'ascensore lui la guardava perplesso.
"Vieni qui" le disse allargando le braccia offrendogli un abbraccio.
Lei si lasciò stringere e in un sussurro disse: " non fraintendere, ma non ho amici, tu mi sei sempre sembrato un tipo dolce e comprensivo, ho bisogno di compagnia stasera, provo tanta paura, non chiedermi perchè, solo non lasciarmi a casa da sola stasera."
E si lasciò ad un pianto ordinato, stringendolo sempre più forte.
Lui seguì la macchina di lei, e intanto pensava a come approfittare della situazione. D'altronde quella era una cagna in calore, aveva solo bisogno dell'occasione per ammetterlo a se stessa, e lui voleva in fondo aiutarla.
Escogitò il piano giusto in tempo, erano arrivati.
Certo la fortuna gli aveva servito una occasione d'oro, stava a lui cogliere l'attimo.
Fine prima parte.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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